Le patate sono uno degli ortaggi più amati, non solo per il loro sapore qualunque modo si scelga di cucinarle, ma anche per le proprietà che ne fanno un alimento benefico per la salute.
Al forno, al cartoccio, bollite, al vapore oppure fritte: questi sono solo i modi più famosi per gustare le patate, tuberi della specie Solanum Tuberosum, appartenenti alla famiglia delle Solanacee e giunte in Europa solamente intorno al 1570 grazie ai conquistadores spagnoli.
Tutti possono coltivare le patate senza difficoltà, avendo così a propria disposizione un alimento a km0 ricco di proprietà nutritive: la patata è infatti ricca di sali minerali, di potassio, di vitamine B6 e C oltre che di carboidrati complessi. Ciò si traduce in una lotta all’ipertensione, al diabete, ai radicali liberi e ai processi infiammatori a carico dell’apparato digerente.
Notorio poi è il senso di sazietà che regalano rivelandosi così perfette anche nelle diete, purché consumate bollite.
Primi passi per la coltivazione delle patate
La coltura delle patate consiste sostanzialmente in una semina per talea: bisogna procurarsi patate germogliate, ovvero con gemme simili a palline verdi. Basta riporre i tuberi in un ambiente umido, fresco e buio e attendere dalle tre alle sei settimane: se la patata è vecchia germoglierà in tempi assai più brevi.
Ogni germoglio produrrà una patata: detto questo, chi ama le patate piccole dovrà interrare tuberi con almeno cinque gemme, mentre per ortaggi più grandi bisognerà utilizzare patate, o parti di esse, con meno germogli.
Chi ha un orto, è bene che utilizzi un terreno ben drenato, areato e con un PH possibilmente tra il 5.5 e il 7, da concimare nella fase della semina e della crescita con letame maturo da interrare.
Coloro che invece decidono di coltivare le patate in casa, possono utilizzare vasi ben profondi con una portata di almeno 5lt, oppure bidoni o sacchi di iuta, da riempire con del semplice terriccio universale misto a compost organico (va benissimo anche quello facilmente producibile in casa).
Semina e innaffiature
La semina delle patate deve preferibilmente avvenire in primavera (nei posti più caldi si può seminare anche in autunno per poi raccogliere nei mesi autunnali): il freddo intenso gela le foglioline appena spuntate e quindi è consigliato pacciamare il terreno con un robusto strato di paglia, utile anche per allontanare il fastidioso coleottero Doriflora.
Bisogna praticare nel terreno delle fossette profonde almeno 15cm, riporre all’interno le patate con i germogli rivolti verso l’alto e ricoprirli con altra terra: ogni tubero interrato deve essere distante dall’altro almeno 35cm circa affinché abbia lo spazio per maturare.
Le innaffiature devono avvenire dalle tre alle dieci volte al mese, a seconda del clima corrente e preferibilmente al mattino quando le temperature sono più fresche. Generalmente basta toccare il terreno e, se questo si presenta asciutto, allora necessita di acqua. Il terreno deve essere irrigato più volte in estate e quando la piantina comincia a fiorire (segno inequivocabile della salute della coltura), senza però creare ristagni idrici che possono portare al marciume dei tuberi.
Raccolta e malattie
Dopo una ventina di giorni spunteranno le prime foglioline che, per proteggerle dal vento e dal freddo, devono essere rincalzate: bisogna cioè aggiungere del terreno alla base della pianta, operazione che porterà anche alla produzione di altri rametti laterali chiamati stoloni. Il rincalzo deve essere ripetuto anche dopo un mese circa per evitare alla luce solare di danneggiare le future patate: la produzione di solanina rende i tuberi verdognoli, velenosi e non commestibili.
La raccolta dipende dal clima e dal tipo di patata interrata inizialmente. In linea di massima chi preferisce le patate novelle deve scavare e raccoglierle quando la pianta è ancora verde, mentre per avere patate di dimensioni normali la pianta deve essere secca e ingiallita. Il metodo infallibile per capire se le patate sono mature è strofinare la buccia: se non si stacca allora è pronta per essere raccolta.
Come tutte le colture, anche le patate sono soggette a malattie fungine, evitabili badando a drenare ottimamente il terreno, ma soprattutto ad attacchi di insetti: particolarmente comuni sono gli afidi, rimovibili con insetticida piretro o con un macerato di ortica, la doriflora eliminabile manualmente e il grillotalpa che, nutrendosi delle radici e dei tuberi, si può contrastare distruggendo i nidi.
Discorso differente per il Verme Fil di Ferro, eleteride simile a un piccolo coleottero di colore aranciato da larva mentre da adulto è nero. Questo insetto, il cui nome rimanda al suo rivestimento esterno, scavano gallerie nel terreno fino a bucare le patate, compromettendole definitivamente. Per debellare l’ostico Verme Fil di Ferro bisogna utilizzare prodotti a base di funghi entomoparassiti oppure trappole ai ferormoni ad hoc contro il Verme Fil di Ferro.