Concimazione e fertilizzazione sono dei momenti molto importanti per un agricoltore. Termini usati spesso come sinonimi, ma fra loro passa un’importante distinzione.
Quando si parla di procedimenti per la fertilizzazione di un terreno, si intendono infatti tutti quei prodotti e tecniche che agiscono per migliorare le proprietà agricole del suddetto. Fertilizzazione è dunque un termine generico che definisce la categoria in generale.
Andando più nello specifico vi sono infatti ben tre tipologie di fertilizzanti, distinti con precisione anche da precise normative (Legge 748/84). Questi possono essere definiti concimi, ammendanti e correttivi.
I concimi hanno il solo scopo di apportare una serie di nutrienti altrimenti carenti nel terreno, correggendo dunque la quantità di elementi nutritivi importanti come azoto, calcio e potassio, fosforo o i meno numerosi ferro, manganese, rame, zinco ed altri oligoelementi utili. La fertilizzazione correttiva si cura invece di regolare il pH del terreno, mentre l’ammendante ne altera le proprietà fisiche.
Tipologie base di concimazione
Nell’osservare attentamente la sola concimazione, emergono due grandi categorie in cui inserire i vari prodotti: quelli di origine naturale e quelli sintetici. I primi sono forse fra i più efficaci e antichi, come ad esempio letame, solitamente trasportato in loco tramite apposite forche per trattore che vengono montate sui caricatori agricoli, e liquami vari.
I secondi sono di origine chimica e possono apportare con maggior precisione un determinato elemento piuttosto di un altro. Ambo le soluzioni possono rivelarsi efficaci nella concimazione in agricoltura, anche se i concimi naturali, a parità di condizioni, tendono ad offrire risultati migliori ed essere ecologicamente più sostenibili nel relativo reperimento in quanto non richiedono ulteriori lavorazioni in laboratorio.
Non è dunque deprecabile l’utilizzo dell’uno piuttosto che dell’altro, anche perché spesso la concimazione naturale richiede una serie di conoscenze in più per essere praticata correttamente, rispetto a quella con prodotti chimici di più semplice applicazione.
La concimazione infatti non è un procedimento di automatico successo, errori o tecniche sbagliate nella scelta dei concimi per determinate piante, possono arrivare a farle ammalare o persino morire.
Tecniche di concimazione
Concimazione ordinaria: è la concimazione detta di mantenimento, e si può eseguire sia sul principio della restituzione che dell’anticipazione. Questi due tipi di concimazione ordinaria prevedono la somministrazione dei concimi rispettivamente al termine della raccolta, per restituire al terreno gli elementi perduti, mentre nel secondo caso si va ad agire anticipando gli elementi che le colture già in atto andranno a richiedere durante il loro sviluppo.
Le due tecniche possono essere alternate a seconda della rotazione colturale dei terreni da concimare, nel rispetto dunque delle esigenze delle piante che andranno a crescere. Ogni pianta infatti ha necessità diverse in fatto di nutrienti e in alcuni casi potrebbe essere necessario distribuire il concime in più momenti, per evitare il naturale impoverimento del terreno a causa di fenomeni come il dilavamenti, la volatilizzazione, erosione o insolubilizzazione.
Concimazione di fondo: questa tecnica viene attuata solitamente una volta sola a fronte dell’inizio di una coltivazione di tipo legnoso, ossia vigneti, alberi da frutto, oliveti e simili. Prevede fondamentalmente l’inserimento di concimi negli strati più profondi del terreno, fino a circa 40 cm, lì dove questo genere di piante andranno a porre radici profonde nel corso della loro crescita e degli anni a venire. Può essere utile anche nel caso di coltivazioni erbacee. In questo senso viene usata anche la cosiddetta concimazione di arricchimento.
Concimazione aerea o fogliare: in questo caso la concimazione non coinvolge soltanto le radici e il terreno ma anche la fascia superiore, quella aerea. Alcune piante infatti possono riuscire ad assorbire specifici nutrienti anche attraverso le foglie e gli stomi.
Può essere il caso dell’integrazione di particolari oligoelementi come manganese, rame, ferro e zinco, che sono solitamente necessari in misura minore rispetto a calcio, fosforo, potassio e azoto.
Concimazione con acqua: altra frequente tecnica di concimazione è la cosiddetta fertirrigazione. Ampiamente apprezzata in particolare per grandi impianti e colture estese o in serra, concede grazie all’uso di specifici macchinari di concimare ampie zone di terra. In questo metodo si utilizzano concimi organici diluiti nell’acqua. L’acqua scelta ha specifici valori di ph e sali, in modo da non alterare in maniera errata la composizione chimica del terreno e non ostacolare l’assorbimento degli elementi. Si tratta di un ottimo metodo per gestire in maniera controllata ed equilibrata la distribuzione di determinati quantitativi di elementi concimanti in maniera uniforme e omogenea. Questo genere di concimazione viene effettuato a goccia, e i macchinari che lo attuano sono solitamente ben automatizzati.
I metodi di concimazione e i macchinari
Quando si parla di agricoltura estesa, non dunque delle semplici piccole colture in orticelli da giardino, subentrano tutta una serie di macchinari che facilitano la concimazione e fertilizzazione, velocizzandola e rendendola ancora più efficace. Questi macchinari si sposano insomma alle varie tecniche di concimazione.
Lo spandi concime, che può avere funzionamento centrifugo o pneumatico, è un macchinario che consente di distribuire concimi di tipo solido, granulare, o ridotto in pellet. A volte in agricoltura viene adoperato anche per la semina a spaglio.
Le seminatrici, sono invece macchinari che eseguono in contemporanea sia la semina che la distribuzione dei concimi, ideali dunque per tecniche di concimazione di copertura. Questo minimizza gli interventi su un terreno, riducendo lo spreco di tempo, energia e fatica, nelle situazioni in cui questa metodologia può ottenere buoni risultati.
Lo spandi letame, come si intuisce dal nome è un macchinario destinato a spandere quantitativi ragguardevoli di materiale solido più grossolano come il letame appunto.
Lo spandi concime irrorante invece è indicato per distribuire i concimi in forma liquida, che vengono letteralmente iniettati a profondità superficiali sul terreno stesso.
Il carrobotte spandiliquame è un serbatoio di forma cilindrica trainato da un trattore. Questo serbatoio grazie ad un compressore, carica o scarica i liquami da distribuire sul terreno. Non di rado questo strumento, disponibile in svariate taglie da portate ridotte o anche molto ampie, viene adoperato anche per altri scopi per via della sua peculiare funzione, come per spurgare o prosciugare, irrigare piccole superfici ed alberi.